La Pastry Star Frédéric Cassel si racconta. La sua formula? Inventare e reinventare ogni giorno

Continuano le interviste alle Pastry Star che si sono succedute negli anni sul palco di World Pastry Stars nelle ultime sei edizioni. E’ la volta di Frédéric Cassel, campione del mondo di pasticceria nel 2013, oggi imprenditore di grande successo con numerose pasticcerie al’estero, oltre alla storica boutique aperta nella sua città d’origine nel 1994.

La pandemia è arrivata qualche settimana prima della Pasqua. A quel punto bisognava adattarsi alla nuova situazione, trovare un modo per essere presenti sul mercato: inventare e reinventare era l’unica cosa da fare. Noi siamo un esercizio commerciale classificato come alimentare e abbiamo potuto tenere aperto il negozio della Maison Cassel di Fontainebleau. Facciamo il pane, che per i francesi è molto importante e abbiamo continuato a produrlo, insieme al cioccolato e a qualche dolce. Non avevamo mai fatto il delivery, ma abbiamo iniziato a ricevere chiamate da amici e conoscenti, anche da varie zone della Francia, che chiedevano di poter ricevere le uova di Pasqua a casa. In pochissimo tempo ci siamo organizzati, abbiamo fatto le foto, deciso i prezzi e le grammature, le abbiamo pubblicate, attivando una linea telefonica per fare gli ordini. C’era solo un problema….non avevamo il personale per le consegne. E’ bastato un passaggio in televisione un mercoledì mattina e nel pomeriggio si sono presentate tante persone che non avevano nulla da fare e volevano darci una mano. Così è stato. Abbiamo iniziato a ricevere 200 telefonate al giorno.

Era necessario anche proporre qualcosa di diverso e nuovo, che rallegrasse grandi e piccini, così mi sono inventato la “boîte surprise” personalizzata, racconta Frédéric Cassel, dove era possibile inserire una serie di prodotti anche diversi a seconda che si trattasse di bambini o adulti. Un’infermiera di Parigi ci ha chiamati per far arrivare la boîte (scatola sorpresa) a suo figlio che a causa della situazione era presso i nonni proprio a Fontainebleu.  In tantissimi hanno poi fatto fotografie e le hanno postate, è stato davvero commovente per me. Non ho guadagnato, ma alla fine volevo fare qualcosa di speciale e il ritorno d’immagine è stato fortissimo.

La strada è ancora molto lunga e tutto ripartirà lentamente, secondo Frédéric Cassel. E’ fondamentale per noi pasticceri fin da subito iniziare a pensare a cosa poter proporre nei prossimi mesi, tanta sarà la voglia di stare insieme e quindi dei “dolci da condividere” potrebbe essere una nuova idea a cui pensare, insomma qualcosa di adatto quando si tornerà alla normalità per soddisfare il bisogno di socialità.

Ad oggi siamo stati costretti a rivedere la carta dei nostri dolci, avevamo realizzato la nuova collezione primavera-estate, bellissima…, che abbiamo dovuto mettere da parte perché ci sono grosse difficoltà nel reperire le materie prime legate alla stagionalità, anche a causa della chiusura dei produttori locali. Ordinavo ad esempio chili e chili di fragole a settimana, adesso non lo posso fare perché non ci sono clienti e rischierei degli sprechi immani. La filosofia alla base della mia pasticceria si lega proprio alla ricerca di materie prime del mio territorio attraverso produttori responsabili e rispettosi dell’ambiente, per questo ho dovuto reinventare qualcosa di diverso.

Si tratta di una vera guerra, sanitaria, ma pur sempre una guerra, niente tornerà come prima, anche se penso che le persone rientreranno poco alla volta in pasticceria e ricominceranno a fare ordini. In più abbiamo tante feste religiose, pensiamo al Natale da dove spero tutto ripartirà. Non lo abbiamo mai fatto prima, ma stiamo già pensando alla collezione di Natale perché dovremmo immaginare qualcosa che faccia sorridere e crei un’esperienza unica.

Continueremo certamente con il delivery, di fatto con questo sistema lo scontrino medio dell’ordinazione è aumentato perché chi ordina i dolci lo fa per sé, ma anche per i propri genitori, fidanzati, amici…..

Oltre a Fontainebleu abbiamo negozi a Tokyo, Casablanca, Kyoto, Berlino, tutto chiuso. A Tokyo abbiamo chiuso, aperto e poi ancora chiuso, siamo in un grande centro commerciale e dunque abbiamo dovuto farlo.

Al momento stiamo assicurando il salario a tutti i nostri dipendenti, i costi sono tanti, acqua, luce, gas e non abbiamo clienti, ma penso che la situazione a poco a poco migliorerà, tutto ripartirà, con la speranza che anche i piccoli imprenditori avranno la capacità di rialzarsi.

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